Inizialmente fu per scherno, poi divenne storia.
Si potrebbe riassumere così il logo di una delle aziende di abbigliamento più conosciute al mondo: la Lacoste.
René Lacoste fu una delle stelle del tennis, emersa negli Anni Venti e vincitore di innumerevoli tornei internazionali.
Nel 1927 durante la Coppa Davis contro gli statunitensi, Renè stipulò una scommessa col capitano della squadra francese: se avesse vinto una partita cruciale per il campionato, l’amico gli avrebbe regalato una valigia in pelle di coccodrillo.
E Lacoste, naturalmente, vinse, e mantenne il titolo per sei stagioni consecutive, con la stampa americana che lo soprannominò “coccodrillo”, proprio per la scommessa!
Nello stilare il pezzo, dalla matita dell’artista Robert Georg, nasce come omaggio al campione proprio il piccolo coccodrillo che viene tutt’ora utilizzato.
Ma l’ingegno di Lacoste non si fermò al mondo del tennis, infatti, per unire la praticità di una semplice t-shirt in cotone con l’eleganza borghese di una camicia, nacque la polo. Un capo perfetto per essere sia casual che chic durante una partita di tennis.
In poco tempo il successo fu clamoroso e nel 1933 naque la casa di abbigliamento di René Lacoste.
Il resto è storia nota, fino ad oggi, con la decisione d’interrompere l’onnipresenza del coccodrillo di Georg per lasciare spazio… agli animali in via d’estinzione!
La campagna si chiama SOS – Save Our Speciesè che porterà Lacoste, affidata all’agenzia parigina BETC e messa a punto per i 70 anni di IUCN – Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, alla creazione di una “capsule collection” di dieci nuove polo dedicate a dieci specie in via di estinzione.
Saranno presenti la tigre di Sumatra, la tartaruga burmese, il rinoceronte di Giava, il gibbone Cao-Vit, l’iguana di Anegada o la focena del Golfo di California.
Ma la curiosità maggiore sta nel numero di pezzi per ogni modello.
Il numero corrisponde infatti alla quantità di esemplari rimasti.
231 in tutto peri i condor californiani di cui oggi si contano esattamente 231 esemplari, polo vendute al costo di 150 euro, per un totale di 1.775 capi prodotti.
Tutto è andato sold-out in pochi giorni, con il ricavato interamente destinato alla lotta per la conservazione delle specie a rischio.
Questo accade proprio dopo la che è stato ufficializzato che il rinoceronte bianco settentrionale rischia seriamente di estinguersi, visto che l’ultimo esemplare vivente si è gravemente ammalato.
Un ottima campagna promozionale che, per una volta, farà anche del bene e, magari, sensibilizzerà di più verso il tema.
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