Sono ancora a bordo della nave Diciotti ormeggiata al Porto di Catania i 177 migranti che da due giorni non possono scendere, questo secondo la linea adottata dal governo, in attesa della ripartizione tra i Paesi del’Unione europea. I migranti soccorsi a largo di Lampedusa e poi portati a Catania sembrerebbero essere “ostaggio della politica”, o almeno così vengono definiti dalla associazioni cittadine pro migranti che hanno scelto lo slogan “Facciamoli scendere” manifestando proprio al Molo di Levante davanti alla nave.
“È inaccettabile – affermano i rappresentanti delle associazioni – la scelta del Governo italiano, e in particolare del Ministro dell’Interno Matteo Salvini, di impedire lo sbarco nel territorio italiano delle persone stremate e in precarie condizioni di salute. Nessun obiettivo politico del Governo può giustificare l’utilizzo di centinaia di vite umane come arma di ricatto, considerate carne da macello, non vite e speranze ma numeri da distribuire o respingere. Catania è città di solidarietà e accoglienza e vogliamo che il nostro porto sia immediatamente aperto”.
Questa sera alle 20.30 una nuova manifestazione si svolgerà al Porto di Catania, l’iniziativa promossa da un gruppo di artisti catanesi è stata denominata “Un arancino per accogliere” è si sta diffondendo radicalmente sui social in particolare su Facebook. L’invito rivolto alla cittadinanza è quello di recarsi questa sera al molo con in mano un arancino da portare, come simbolo di accoglienza e accudimento, ai migranti bloccati sull’imbarcazione, anche se l’area è costantemente presidiata dalle forze dell’ordine.
Nel gruppo Facebook “Un arancino per accogliere” creato per l’occasione si legge la motivazione del gesto: “Per dimostrare in modo pacifico che Catania è una città accogliente e i Catanesi un popolo libero, aperto e disposto alla Cultura del Dialogo. Siamo coscienti che sarà impossibile condividere un “arancino” con i migranti, ma si desidera ribadire, attraverso un simbolo, l’ accoglienza di una parte della comunità cittadina con lo scopo di comunicare pubblicamente e civilmente il desiderio di un “porto aperto” a Catania”.
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