Ci siamo conosciuti che eravamo giovani di bottega in quel di via Francesco Crispi, io alle prese con la gestione di un salone da barba che fungeva da talk show e tu impegnatissimo a scalare la gerarchia di una redazione stellare, ci accomunava la cocciutaggine.
Ti voglio ricordare così come ti ho visto l’ultima volta, occhio vispo di chi sa quello che hai in mente, sigaro in un angolo delle labbra perché l’altro impegnato in quel sorrisino furbo che fungeva da saluto.
Hai sempre anticipato tutti con le tue intuizioni e deduzioni, stavolta hai esagerato nell’anticipare e non te lo perdono.
Ciao Natale ti saluto come abbiamo sempre fatto “ Ni jemu virennu”.
Gino Astorina
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