Nel popolare quartiere catanase, Villaggio Sant’Agata, un prete per tre anni avrebbe abusato dei ragazzini che frequentavano la sua parrocchia.

Dal 2014, Padre Pio Guidolin approfittando del suo ruolo e della fragilità dei minori, provati da vicende personali che li avevano turbati, li avrebbe costretti a subire e compiere atti sessuali. Il prete pedofilo usava cospargere i bambini con l’olio santo prelevato dai locali della Chiesa, poi, giustificando i suoi sporchi gesti con una valenza spirituale, proponeva ai minori questi inusuali riti definiti come “atti purificatori”, in grado di lenire le loro sofferenze interiori. Uno dei minori, che si era rifiutato a prendere parte al rito era stato allontanato dal prete e isolato dalla comunità di fedeli, accusato di asserzioni calunniose nei confronti del religioso.

Durante l’inchiesta è anche emerso che quando le voci delle pratiche del prete si sarebbero trasformate in sospetti da parte di alcuni genitori, si era diffuso il desiderio di denunciare il sacerdote. Il prete per fermarli avrebbe millantato conoscenze in ambito mafioso per intimorire i parenti dei minori e farli desistere. A informare padre Pio dei sospetti dei familiari era stato proprio il padre di uno dei ragazzini, denunciato poi per favoreggiamento.

La Curia etnea, dopo aver avuto riscontro delle indagini in corso nei confronti di Padre PioGuidolin, ha preso dei provvedimenti cautelari. Il prete è stato allontanato dalla parrocchia collocando il religioso in un’altra sede, privo di funzioni. Inoltre è stato avviato un processo canonico da parte del Tribunale Ecclesiastico, padre Pio Guidolin è stato condannato in primo grado alla sanzione massima della riduzione allo stato laicale. Ora si passerà al processo  in grado di appello dinanzi alla Congregazione per la Dottrina della Fede.