Battuta di arresto per il progetto di riconversione della ex Blutec di Termini Imerese. L’incontro in videoconferenza di martedì pomeriggio, infatti, si è tradotto in un nulla di fatto, essendo sopraggiunti nuovi intoppi burocratici sulla garanzia occupazionale dei lavoratori coinvolti. Per la Ugl metalmeccanici era presente il vice segretario nazionale e segretario regionale Angelo Mazzeo, che illustra la posizione assunta dai sindacati.
“Il cauto ottimismo che, come Ugl, nei giorni scorsi avevamo espresso sulle prospettive della vertenza si è rivelato fondato alla luce del nuovo guado in cui ci siamo ritrovati. Con la conclusione della prima fase di commissariamento di Blutec, dovuto all’avvio del concordato preventivo, cessa anche il riconoscimento della cassa integrazione per le risorse che fino ad oggi l’hanno ricevuta, con relativo licenziamento e godimento del sussidio di disoccupazione. Questo nelle more della realizzazione dei lavori di adeguamento del sito produttivo rispetto alle nuove attività previste dal progetto “Smart utility district” del Consorzio smart city group.
Solo successivamente le circa 700 unità (e ci auguriamo anche i lavoratori dell’indotto), progressivamente, potrebbero trovare un nuovo lavoro nell’ambito delle iniziative consorziate. Comprendiamo che la scelta di accedere al concordato, piuttosto che dare il via alla vendita all’asta della Blutec, serva prima di tutto a salvaguardare l’impronta pubblica ed evitare che la società finisca nelle mani dell’ennesimo avventuriero, ma allo stesso tempo siamo fortemente preoccupati per la mancanza di garanzie certe per il mantenimento dei livelli occupazionali – evidenzia Mazzeo.
Chi ci garantisce che i lavori di riqualificazione dello stabilimento abbiano durata pari o inferiore a quella della Naspi dei lavoratori? Chi ci assicura che i progetti presentati saranno tutti attuati? Chi ci da la certezza che le assunzioni progressive promesse interesseranno tutti i lavoratori diretti più quelli dell’indotto?
E’ chiaro quindi che di fronte a simili perplessità diventa indispensabile trovare una soluzione di compromesso che possa contemperare tutte le esigenze, in primis quella dei lavoratori che da 10 anni soffrono ed aspettano la conclusione di una storia paradossale come questa.
L’idea della creazione di una newco, dove far transitare automaticamente gli operatori, evitando così licenziamenti e mantenendo in vita gli ammortizzatori sociali, potrebbe essere percorribile e per questo attendiamo adesso un segnale concreto da parte del Ministero dello Sviluppo economico, presente ieri con il sottosegretario Alessandra Todde, oltre che da Invitalia rappresentata nel vertice dal responsabile dell’area grandi investimenti Paolo Praticò. Da parte nostra – aggiunte il segretario regionale Ugl metalmeccanici – pensiamo che si possa accedere al fondo (già peraltro utilizzato in altre realtà) grazie all’intervento di un socio pubblico, oppure la richiesta dei contributi per le aree di crisi complessa (contratto di sviluppo).
Tutto ciò consentirebbe di attivare risorse economiche utili per non disperdere questo capitale umano soprattutto in un momento storico, come quello che stiamo vivendo, in cui il clima relativo al disagio sociale è già parecchio rovente. Sarà quello che ribadiremo – conclude il sindacalista – nel corso della riunione che si terrà nei prossimi giorni.”
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