Ieri ho fatto una luuunga passeggiata con un amico.

Mi trovavo a Palermo e sotto una pioggia che preannunciava l’autunno, mi sono ritrovato in uno dei luoghi più innovativi del capoluogo siciliano: la parrocchia M.S. del Carmelo in via dei Decollati.

La parola “innovativo” non ha nulla a che fare con la tecnologia o la moda stavolta.

Il suo significato rappresenta il lavoro di uomini e di donne che hanno capito che il vero futuro, la vera Innovazione sta nel cambiare il concetto stesso di ACCOGLIENZA, derivandolo e regalandogli nuove strade, più attuali e realistiche.

Avevo già visitato quei luoghi con Francesco Bianco, durante la realizzazione del documentario #SemplicementePerFrancesco, ma stavolta ho avuto modo di proseguire la mia chiacchierata con “il faro della comunicazione della Missione”, di cui non farò il nome.

Mentre passeggiavamo tra le opere in costruzione in vista della venuta del Santo Padre e la ricerca di Fratel Biagio, isolatosi non sappiamo dove a pregare, R. mi avvicina e “ordina”: << Vieni Davide, voglio mostrarti una cosa che la volta scorsa ancora non esisteva, perché installata stamane>>.

Entrando nella bellissima chiesa, ci siamo avvicinati all’altare e, proprio accanto all’immagine di Gesù Cristo, ecco spuntare il mosaico con la figura del Beato Pino Puglisi.

Credo sia la prima volta che il Beato appaia in una raffigurazione all’interno di una chiesa, sopra l’altare accanto ad “immagini sacre”.

R. mi racconta la scelta presa da Fratel Conte di inserire anche un Beato, e non solo delle immagini già santificate, accanto al mosaico sacro e cita lo stesso Puglisi che scelse a sua volta di non mettere solo dei santi nella sua parrocchia, ma anche delle persone, poi canonizzate alla santificazione.

Il messaggio è forte ed è diretto a coloro che spesso non vedono la presenza dell’istituzione “Chiesa”.

Eppure, posso giurarvi che la Missione fa proprio questo e sono certo che il motivo della visita del Papa in questi luoghi rappresenti proprio il cammino che Francesco vorrebbe per la “sua Chiesa”.

Fatta di Accoglienza innovativa e di “Fratelli”, senza differenze etniche o religiose.

R., prima di lasciarmi all’autobus che mi avrebbe riportato a Catania, proprio riferendosi al cammino di Padre Pino Puglisi mi da un monito, spinto dalla profonda “fede pragmatica” che muove la Missione: <<Puglisi rappresenta tutte le periferie, non solo Brancaccio. Noi “operatori della comunicazione” abbiamo un compito unico ed importantissimo: non raccontare solo il male che avviene nelle periferie, ma esaltarne le liete notizie.

Esaltare quel bene da cui può nascere altro bene. Le periferie rappresentano i luoghi con il maggior numero di abitanti nelle nostre città e se i suoi abitanti non fanno altro che essere screditati, non possono vedere il bello che li circonda. Parliamo del bello, anche se all’inizio farà meno “notizia”>>.

Ancora una volta, esco da Palermo carico e speranzoso, perché qualcuno porta avanti il messaggio degli uomini giusti, senza farne solo un simbolo elettorale, ma seguendone la fede che gli ha resi beati.

 

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