Un debutto enigmatico e pieno di colpi di scena per l’Associazione Culturale Pensieri Riflessi che ha inaugurato la stagione con “Il mio caro amico Mortimer” di Mario Mucciarelli.
Qualcosa di nuovo in scena al Teatro Sipario di Blu di Catania, un genere curioso che stimola la riflessione con quell’ironia che ha anche un tocco di amaro. Sorrisi che diventano facilmente risate, ma che sono in realtà travestiti da un sentimento antico quanto l’uomo stesso: la paura.
Paura della morte o, forse, più paura della vita. Paura dell’ignoto, dell’incertezza, dell’imminente. Una paura che diventa ossessione e che, pertanto, si ridicolizza nelle azioni più banali. Una paura che svilisce, che impedisce lo slancio, che frena ogni stimolo propositivo.
Una paura paralizzante e così irrazionale da diventare una mania ossessiva e compulsiva, smania di voler controllare ogni cosa. Tuttavia, la morte tanto temuta non puoi controllarla, nè tanto meno evitarla. E quando arriva Mortimer non ci si può che arrendere. È questo il caso del povero Paolo che, già travolto dalle sue innumerevoli fobie angoscianti, riceve niente di meno che la visita della morte. Una morte singolare, tuttavia, perché personificata nelle sembianze dello strambo Mortimer.
Una creatura inquietante, circondata da amici altrettanto sui generis, che, seppur irrompendo a casa del protagonista con estrema irruenza, alla fine ne stravolgono positivamente la vita. Infatti, le loro bizzarrie non diventano che un monito per i protagonisti, che per troppo tempo, prigionieri di se stessi e delle loro paure, avevano dimenticato la gioia della vita e avevano perso di vista l’essenza autentica dell’esistenza.
Spesso si è morti anche da vivi, ma basta riscoprire la bellezza delle piccolezze quotidiane, riaprirsi al mondo, ricordarsi che in fondo tutti combattono le loro battaglie e le risposte sono molto più vicine di quello che si crede. La stessa morte, così apparentemente nefasta, a volte è proprio colei che insegna a vivere.