La Sicilia si risveglia con una nuova certezza: non essere più una fucina per il centrodestra.

Negli anni tutti i partiti di destra, compresi quelli di centro tendenti alla gloria, sono stati salvati dal voto siciliano, ma stavolta NO!

Non sono servite le anziani e fedelissime elettrici di Silvio il grande e non è bastato il grido: “Aumenteremo le pensioni a mille euro!”.

La terra dei Malavoglia smette di lamentarsi e agisce, portando i 5 stelle a primo partito proprio a pochi mesi da una sfida persa al fotofinish con l’attuale presidente regionale Musumeci.

Addirittura il candidato Salvini, per molti futuro premier, nel suo discorso post elettorale non può che parlare di Sicilia e di problemi siciliani visto che il 19 % della Lega è merito anche di quei siciliani che hanno preso di buon cuore le tante visite isolane del leghista.

Caos e confusione nei seggi dove il “terrore dei tagliandi” ha condotto gli elettori a temere eventuali brogli e tanta diffidenza verso i membri degli scrutinatori, visti come “coloro che non permettevano di imbucare personalmente la scheda” e quindi da monitorare per tutto il passaggio delle schede fino all’ingresso della stessa nell’urna!

Molti i presidenti cha hanno chiuso i sacchi solo in mattinata, troppe anche stavolta le notte burocratiche spacciate come “metodi di trasparenza” e, ripeto, l’introduzione gomorriana del tagliando è figlia più della paura di pochi incompetenti che della necessita della loro presenza.

Lo stesso Ettore Rosato, candidato Pd e geniale ideatore della nuova legge elettorale, interviene sul caso del tagliando antifrode e, dopo essersene un po’ lavato le mani ed aver ricordato che la sua presenza venne votata all’unanimità, precisa che “non era prevista la trascrizione a mano del numero della scheda, cosa che ha rallentato le operazioni, ma sarebbe bastato prevedere solo etichette ulteriori autoadesive”.

Purtroppo come sempre l’informazione è stata poca e malgestita, gli scrutinatori scelti a caso in base ad una domanda pubbliche che non prevede alcun controllo qualitativo causa la presenza anche di figure poco idonee al ruolo.

Diverse a Catania le assenza e le sostituzioni degli scrutinatori, oltre ai ritardi dovuti appunto anche al ticket anti frode e alla mancanza d’informazione per elettori, informati del fatto solo dal sabato sera precedente.

A finire in coda al seggio anche il leghista Matteo Salvini che ha commentato: << Il ministero ha fatto casino!>>.

A pagare errori anche di questo tipo, alla fine siamo sempre noi.

Elettori, in fin dei conti, che vogliamo solo essere ben governati ed avere almeno la speranza che da troppo tempo manca, soprattutto in questa Sicilia dilaniata dalla mafia anche politica che tanto male ha fatto alle generazioni passate e presenti, ma che dopo queste elezioni “particolarmente nuove”, spero non scompaia da quelle future.