Questa è la storia di un uomo che pur credendo fortemente nella legalità, nella giustizia e nel rispetto delle regole, decide di trascendere tali principi per il bene della persona a lui più cara.

 

Giuseppe, ingegnere catanese, da qualche anno cura l’anziana madre, malata di alzheimer, con un olio di cannabis realizzato in casa, nella speranza che tale procedimento diventi una pratica legale.

Il servizio è andato in onda ieri sera sulla trasmissione televisiva di Italia 1 La Iene.

 

Ecco a voi, in breve, la storia:

La madre di Giuseppe soffre da qualche anno di alzheimer e, dopo aver richiesto ed ottenuto il parere di diversi esperti, gli viene assegnata una terapia standard che permette alla madre di “andare avanti” malgrado le continue crisi e gli inevitabili attacchi di aggressività e depressione.

Inoltre la signora continua ad essere completamente inabile e dipendente per tutte le sue attività.

Ma Giuseppe non si arrende!

Il ricordo della madre, indipendente e forte, è troppo forte per rassegnarsi ad aspettarne inerme la morte.

Inizia così una ricerca online che lo porterà ad una scoperta sensazionale: la cannabis può ritardare e lenire gli effetti della grave malattia!

Ma come procurarsi tale droga in Italia?

Da alcuni anni il suo uso per fini terapeutici è ammesso, pur con quantitativi molto bassi vista la produzione a rilento, ma tra le malattie “gestibili” con tale “farmaco” non c’è l’alzheimer!

Malgrado diversi studi, fatti all’estero, e centinaia di testimonianza indichino “l’erba” come un forte “rimedio”.

Ma dal servizio si evidenzia anche altro.

Si evince immediatamente, sin dalle prime parole, che Giuseppe è una persona rispettosa delle istituzioni, che vive la situazione con profonda angoscia e quasi in lotta con se stesso e con le proprie convinzioni. Ma basta poco, un movimento indipendente, un sorriso, un gesto della madre, per fargli passare ogni ripensamento.

Giuseppe inizia, infatti, ad acquistare il prodotto presso spacciatori di strada, come un comune tossico.

 

Come giudicare il comportamento dell’ingegnere catanese?

Come si giudica chi compie qualcosa, ritenuto solitamente, SBAGLIATO?

 

 

Ma qui, il vero precetto machiavellico entra in gioco.

Ne “Il Principe” veniva scritto si che “il fine giustifica i mezzi”, ma la premessa, spesso giocoforza messa in secondo piano, spiega che la moralità del Principe dev’essere tale da poter gestire moralmente, al di sopra dell’etica comune, le situazioni dove impiegare o meno scelte “fuori dall’ordinario”!

Quindi “il fine non giustifica i mezzi”!

Ma una persona “moralmente ed eticamente sapiente” può evincere ove opporre alla legge scritta il bene e la necessità al di sopra della stessa!

Giuseppe sembra possedere proprio questo dopo!

Inizia le cure alla madre realizzando un composto “soffritto con l’olio” che le permette di rivivere, non come prima, ma in maniera migliore e più dignitosa di come sedativi e calmanti le avrebbero mai permesso di fare.

Ma Giuseppe non si ferma qui!

Alto di una morale quasi kantiana, sarà sicuramente orgogliosa di me la mia professoressa di Filosofia e Storia del Liceo, decide di autodenunciarsi presso il tribunale di Catania, sperando che ciò serva anche a far partire un dibattito interno che velocizzi le pratiche per il riconoscimento del farmaco speciale, anche per l’alzheimer.

Grazie, intanto, per il tuo insegnamento di vita.