Ci sono parole che nel corso di questo periodo, iniziato a fine 2019 e non ancora conclusosi, che tra qualche decennio si studierà sui libri di storia ed economia con il titolo “Il lungo anno del Covid”, che forse non dimenticheremo mai: covid, autocertificazione, pandemia, assembramenti (che ha sostituito il poco utilizzato ed errato “assemblamenti”), vaccino, smartworking (tra l’altro usato al posto del più corretto remote working), stato di emergenza, e tantissime altre.

Tra queste ce né una che sin da subito ha suscitato terrore “focolaio”.

Già di per se, qua in Sicilia era ben sostituita forse erroneamente dell’ormai ricordo magico chiamato “focolare” che tutto simboleggiava eccetto che “sede di un processo patologico”.

Al “focolare” sono legati i nostri ricordi d’infanzia, i nostri momenti di vita serena, malgrado tutto.

Malgrado un lasciarsi andare che era già insito in questa terra troppo bella per fare qualcosa di faticoso e troppo bastarda per non fare altro che lavorare per campare e festeggiare ogni sera come fosse sempre sabato sera.

Ma torniamo al “focolaio” e al perché vi rompo la testa a parlarne oggi, invece di fare il “copia e incolla” con l’articolo pubblicato su ANSA.IT come hanno fatto nelle ultime ore la maggior parte dei giornali online.

A Partinico, in provincia di Palermo è scoppiato un focolaio in una casa di riposo per anziani.

Ma non un anno fa! Non 5 mesi fa!

Ma ieri.

Dopo tutti i proclami fatti nei mesi scorsi, dopo tutti i soldi, i nostri soldi, spesi per creare hub vaccinali e attivare sistemi che, fino ad oggi, si sono dimostrati incompetenti e dilettantistici.

Inoltre, nel corso dei controlli effettuati dall’Usca, sono risultati positivi al Covid ben 18 anziani e 4 operatori della struttura.

Contagi scoperti dopo che un’anziana, poi deceduta per arresto cardiaco, è stata trasportata al pronto soccorso ed è risultata positiva al covid.

Mentre le RSA e i centri per gli anziani hanno rappresentato proprio il fulcro critico del periodo iniziale della pandemia, in questo lungo post lockdown sono stati gli assembramenti e, ovviamente, i teatri e i cinema a essere considerati posti da evitare.

Proprio la campagna vaccinale così impostata, ha messo al primo posto gli anziani e i soggetti a rischio. Tutto è sembrato un atto doveroso e corretto.

Ma, evidentemente, non in Sicilia!

Non qui dove per vaccinarsi si possono dover fare anche 30 km. Anche a 80 e passa anni.

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Nessun anziano della casa di riposo era stato ancora vaccinato.

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Cosa sarebbe accaduto alla bella terra siciliana se avesse dovuto affrontare ciò che hanno vissuto a Bergamo o a Milano?

Avrebbero lo stesso dato il bonus vacanze anche in quel caso?

Già è stata una grande strozzata farlo in piena emergenza senza ancora date sui vaccini e senza sapere cosa sarebbe venuto da lì a poco, ma con i nostri “politici”… mai dire mai.

Inoltre, per rafforzare la fiducia sui vaccini, si rende noto che i quattro operatori contagiati avevano già ricevuto la prima somministrazione del vaccino!

Proprio mentre i famosissimi virologi televisivi dicono che intanto andrebbe fatta una dose “che già immunizza tantissimo”.

Loro sono gli stessi che, appena 20 ore prima dello stop quasi mondiale di Astrazeneca, dicevano: “Il vaccino è sicuro, lo farei fare a tutti i miei famigliari!” 😯  

Comunque state tranquilli, nella casa di riposo “Nido d’Argento” i positivi sono tutti asintomatici.

Oh scusate, dimenticavo che è tornato Enrico Letta, ora si dice: STATE SERENI!.