Danilo Giuffrida è un 35enne catanese laureato in filosofia che vive a Tokyo. La storia che volgiamo raccontarvi però ha inizio nel 2000 quando Danilo 18enne durante la visita di leva aveva rivelato di essere omosessuale. Il medico gli rispose che non poteva crederci con certezza e pertanto invitò Danilo a scriversi all’Arcigay di Catania per attestare la sua omosessualità. Il ragazzo allora decise di fare come gli avevano detto, anche se non ne comprendeva il motivo e si iscrisse all’Arcigay. Due mesi dopo gli arrivò una lettera della Motorizzazione dove c’era scritto che lui non possedeva le capacità piscofisiche per ottenere la patente e che quindi doveva sostenere una visita speciale.

Danilo sbalordito decise di andare a fare questa visita dove non solo fu conferma la sua omosessuale ma Danilo scoprì che la Motorizzazione era stata informata dalla Marina Militare. Poi gli consegnarono un documento che dev’essere rinnovato ogni anno, come se il ragazzo potesse guarire dalla sua omosessualità e gli fu sospesa la patente di guida.

Danilo offeso e irritato decise quindi di iniziare una lunga battaglia legale facendosi affiancare dall’avvocato catanese Giuseppe Lipera. Nel 2008 il Tribunale stabilì che Danilo aveva diritto a un grande risarcimento per l’offesa subita da parte del ministero della Difesa e da quello dei Trasporti, almeno 100mila euro, ma nel 2011 i giudici di secondo grado di Catania decisero di abbassare la cifra a 20mila. La Cassazione quindi, su ricorso dell’avvocato di Danilo, ha annullato con rinvio la sentenza sull’entità del risarcimento sottolineando la gravità del comportamento dei due ministeri dato che l’identità sessuale è da ascrivere al diritto costituzionale inviolabile della persona. Infine la Corte d’appello civile di Palermo ha deciso che I ministeri della Difesa e dei Trasporti dovranno versare l’intera somma di 100 mila euro perché Danilo Giuffrida è stato vittima di un vero e proprio intollerabilmente comportamento omofobo.