Nato dalla penna di Stefano Mancini, autore e giornalista romano nonché vincitore del Trofeo Cittadella – Premio letterario 2017 dedicato al genere fantasy, “Ostilium. La porta dei demoni” è il nuovo dark fantasy di questo giovane autore edito da Dark Zone.

Con questo romanzo, Stefano Mancini ha confermato di possedere tutte le doti artistiche necessarie per poter conquistare gli appassionati del genere.

Ostilium è un’opera narrativa molto originale, soprattutto dal punto di vista della scelta dei protagonisti. Difatti, questa si discosta da quelle figure standard, quali elfi, draghi e belle principesse a cui siamo abituati, per rendere protagonisti un boia senza nome ed un oste, Keldrak, aiutati nel corso della storia da una guida molto originale, Blythe. Altre creature magiche sono presenti, come nani o elfi, ma in questo romanzo restano confinati ai margini della vicenda.

La trama è abbastanza semplice, ma è ben articolata e descrive la missione intrapresa dai protagonisti, richiudere il varco, l’Ostilium appunto, tra il mondo reale e quello dei demoni, costruito tempo prima dagli elfi per confinare il male in una realtà parallela. L’Ostilium, che di fatto rappresenta un sigillo, sta perdendo il proprio potere e bisognerà impedire che questo venga meno.

Ognuno di questi personaggi, con la propria personalità, sarà indispensabile per rendere la narrazione accattivante e mai noiosa, attraverso un viaggio nel quale ognuno dovrà mettersi in gioco per poter sconfiggere le forze del male. Tra avventura e scene di battaglia che funzionano bene, ambiguità ed equivoci, accompagnati dal bagaglio emozionale, spesso ricco di dolore, che ognuno di loro porta con sé, verrete trascinati all’interno della storia in un attimo. Dunque, un’ottima lettura intrisa di mistero, intrecci e colpi di scena che il lettore apprezzerà sicuramente.

Di particolare interesse nonché vero punto di forza del romanzo, oltre alla perfetta caratterizzazione dei personaggi, è il modo di scrivere di Stefano Mancini. Fluido, piacevole, linguisticamente corretto, cosa che purtroppo oggi non bisogna più dare per scontata. Particolarmente ricchi i dettagli che descrivono le scene, dalle pagine iniziali fino alla conclusione della storia. Infine, di enorme gradimento l’autoconclusività dell’opera, che evita al lettore l’ansiosa attesa del “Come andrà a finire?”, “Quanto tempo dovrò aspettare per leggere il seguito?”, “In quanti libri sarà suddivisa la storia?”.

Con l’affermarsi sempre maggiore dell’idea del fantasy come trilogia o collana, infatti, poter avere tra le mani un buon romanzo autoconclusivo è un piacere da non sottovalutare per chi ama una storia da iniziare e finire senza dover aspettare anni ed anni. Anche con questo fantasy, Stefano Mancini ha dato un’ottima prova d’autore.