La statua della Venere di Morgantina, non ha mai avuto una storia facile, scolpita nel V secolo a. C. da un discepolo di Fidia, ritrovata grazie a uno scavo dell’antica città di Morgantina intorno agli anni ’50, fu poi trafugata dal sito archeologico e venduta al Paul Getty Museum di Malibù, che l’acquistò ad un asta a Londra per 28 miliardi di lire, esponendola poi nel 1988. Nel 2001 il Tribunale di Enna, dopo una lunga battaglia legale, condannò il ricercatore che l’aveva rubata e rivenduta. Il 17 marzo del 2011 la Dea di Morgantina è finalmente tornata in Italia nel suo paese d’origine.

L’annosa vicenda sembrava aver trovato un lieto fine e invece recentemente il nuovo assessore alla cultura della Regione Vittorio Sgarbi, durante un’intervista ad una trasmissione televisiva di Rai3, ha detto che la statua, spostata dal Getty “dove faceva un milione e mezzo di spettatori”, ad Aidone “dove la vedono dieci persone al mese” perde di attrattiva, per tanto lui vorrebbe portarla al Quirinale, certo del fatto che così sia la Venere di Morgantina che le regione, potrebbero ottenere un grande risalto. «Non so quanti di voi siano andati ad Aidone – ha affermato Sgarbi – è un bel paese, ma è talmente remoto che l’orgoglio municipale ha mortificato un’opera che è passata da un milione e mezzo a poche persone. Mattarella mi ha detto che questa cosa gli sembrava simbolica. Adesso speriamo che la regione condivida con me. Al Quirinale, potrebbe ottenere lo stesso risalto dei bronzi di Riace».

La cittadinanza di Aidone è ovviamente contro la proposta del neo-assessore e ha reagito ricordando il forte legame che la Venere di Morgantina ha con il suo territorio. Sgarbi però non si è arreso e ha trovato un escamotage, creare una copia della statua e portarle entrambe in giro. L’assessore quindi, durante un incontro ad Aidone dove era stato invitato, ha lanciato una sfida e dicendo: «possiamo fare una cosa, porteremo ad Aidone la copia della Venere di Morgantina che realizzeremo con le tecnologie più avanzate. E faremo decidere a voi qual è la migliore, sperando che non sbagliate. Quella che avrà avuto meno successo partirà per Palermo, per il museo Salinas e poi  andrà al Quirinale».

Il sindaco di Aidone Enzo Lacchiana ha sollevato un bel quesito chiedendo il perché, con gli stessi soldi che servono per creare una copia della Dea, non si propone un progetto valido per rilanciare il territorio d’origine dell’opera, rendendolo più fruibile dal punto di vista turistico. Oltretutto parrebbe esistere un decreto assessoriale del 2013 della Regione siciliana che inseriva la statua della Dea di Morgantina e gli argenti come beni inamovibili. 

La provocazione culturale lanciata da Sgarbi ha già ricevuto critiche e commenti avversi da svariati partiti politici, ma siamo certi che ci sarà altro da scrivere e che la disputa sulla Venere di Morgantina non è ancora terminata.