Fabbriche automatiche, controlli digitali della produzione (e dei lavoratori), piattaforme tecnologiche per la fornitura di servizi: la trasformazione in corso che mette in discussione la fisionomia di lavoratore e datore di lavoro, la natura giuridica della prestazione, la definizione e i confini di ‘subordinato’ e ‘autonomo’, le garanzie minime a tutela delle persone, anche ‘intermittenti’ come i protagonisti della gig economy, molta tecnologia alle spalle e solo manualità per eseguire il servizio.

E’ Bologna, all’avanguardia nella filiera dell’innovazione tecnologica ma anche nella contrattazione tra le parti sociali, sia a livello nazionale sia negli integrativi aziendali e nella sperimentazione di un nuovo welfare, il luogo ideale scelto da Agi, l’associazione specialistica che riunisce gli Avvocati giuslavoristi italiani, per il convegno nazionale che si concluderà domani.

“A regime lavoreremo tutti un po’ meno perché i robot faranno i lavori pesanti, ripetitivi e pericolosi. Dobbiamo ragionare su come impiegare meglio le risorse liberate e la mia proposta è quella di impiegarle in un welfare territoriale per poter vivere tutti meglio». Parola di Maurizio Marchesini. Il già presidente di Confindustria Emilia-Romagna e fondatore del gruppo imprenditoriale di packaging ad alta tecnologia, ha così valutato le prospettive del lavoro e della società 4.0 a margine del congresso degli avvocati giuslavoristi in corso a Bologna.

Dal canto suo, Michele Bulgarelli, segretario generale Fiom Cgil Bologna, ha posto invecela “condizione” della centralità della contrattazione, che «deve intervenire preventivamente per gestire l’impatto che le tecnologie hanno sulla prestazione lavorativa e sui diritti tradizionali del mondo del lavoro».

Al convegno il dibattito è stato alimentato anche in video: un filmato di 30 minuti, trasmesso in loop negli spazi di Palazzo Re Enzo, ha dato la parola ai maggiori imprenditori delle filiere tecnologiche emiliane (tra i quali Bonfiglioli, Stefani, Storchi e la Crif) e ai rappresentanti delle Rsu delle fabbriche automatiche. Parti del video alimenteranno anche il dibattito condotto dal vicedirettore del Sole-24 Ore Alberto Orioli tra il presidente di Confindustria Emilia, Alberto Vacchi, e il segretario confederale Cgil, Maurizio Landini.

Stefano Possati, presidente del gruppo Marpos e dei Cavalieri del lavoro emiliani, ha proposto di «combattere la precarietà ‘normalizzandola’: abbiamo un sistema bancario che non dà fiducia a persone che non abbiano un impegno ‘infinito’, la garanzia del tempo indeterminato. Occorre un sistema bancario che accetti la responsabilità individuale per la restituzione di un prestito o di un mutuo».

Per Riccardo Tonelli, infine, della Rsu Marpos, «la flessibilità diventa precarietà quando non c’è comunicazione e collaborazione tra i lavoratori e l’azienda: il sindacato deve sempre ricordare all’impresa che le persone non possono essere utilizzate come meri strumenti, perché alla lunga non paga».

Domani, intanto, nella giornata conclusiva del convegno nazionale vi sarà una conversazione sul futuro del lavoro, con l’intervista del direttore del Quotidiano nazionale-il Resto del Carlino, Paolo Giacomin, a Romano Prodi. Le conclusioni del presidente degli Avvocati giuslavoristi, Aldo Bottini, saranno precedute da due tavole rotonde su temi attualissimi conseguenti all’innovazione tecnologica.