Ora si che li riconoscono!

Finalmente il Movimento 5 stelle e la Lega Nord/Noi con Salvini escono le unghie.

Basta diplomazia atta ad arrivare e falsi sorrisi!

I due leader mettono al centro il neo presidente Conte, pronto a costruire il “nuovo patto sociale” con due forza politiche tanto diverse quanto vicine.

Il populismo, spesso usato dai “professori politici” come termine di bassa dialettica politica, prende il sopravvento col suo reale significato: “un atteggiamento culturale e politico che esalta il popolo, sulla base di principi e programmi ispirati a una visione demagogica” e non con l’accezione negativa, nata in Italia, nei confronti del fascismo o del berlusconismo, e la cui accezione in senso positivo, come “vicinanza al popolo e ai suoi valori”, è stata rivendicata da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio per il Movimento 5 Stelle.

Proprio da questo principio/atteggiamento nascono queste parole: <<Il cambiamento sarà nell’esecuzione, saremo pragmatici!>> – queste alcune delle parole del neo premier che chiede la fiducia, scontata per la maggioranza netta, al senato, con accanto un sorridente Di Maio e un quanto mai serio Salvini.

<< Milioni di disoccupati e sofferenti, i cittadini italiani hanno diritto a lavoro, pensioni e tasse eque. Vogliamo ridurre il debito pubblico, ma senza la falsa austerity degli ultimi anni>> e ancora <<Metteremo fine al business dell’immigrazione, scindere il legame tra politica e sanità>>.

La giusta sintesi del contratto tra M5S e Lega la cui parola più utilizzata è “CAMBIA” in pieno distacco col passato politico rappresentato ancora in aula.

Si parla anche di Europa, messa al primo posto ma di pari passo con gli interessi italiani: <<L’Europa è la nostra casa, ma siamo paese fondatore e possiamo parlare ad alta voce, mettendo al primo posto responsabilità e solidarietà. I flussi migratori sono un problema europeo e come tale va affrontato>>.

<<Noi non saremo mai razzisti! Noi difendiamo e difenderemo chi entra in Italia regolarmente e chi, come la mafia, specula su queste procedure. Dobbiamo tutti il nostro pensiero verso la famiglia del bracciante Sacko, il ragazzo 30enne del Mali ucciso nel Vibonese da una fucilata>> – tutta l’aula, compresa l’opposizione si alza in piedi per rendere omaggio.

Il premier parla anche della flat tax per le aziende e i contribuenti privati e dei privilegi politici a discapito degli interessi verso i cittadini e della giustizia: <<Non dev’essere una lotta simbolica, ma pratica e la classe politica non può vivere in agi al di sopra dei cittadini che non arrivano a fine mese>> – <<Rafforzeremo le forze degli agenti sotto copertura e contrasteremo con ogni mezzo le mafie colpendo le loro finanze>>.

Dopo queste ultime parole, prima della conclusione, tutta la maggioranza si è alata in piedi per un lungo applauso.

Naturalmente l’opposizione non ha battuto cigno rimanendo in silenzio seduta, eppure non si parlava di politica, ma di lotta alla mafia…